Kasparhauser
2012
Philosophical culture quarterly
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0 = 2 | Il solitario
di Jacopo Valli
15 marzo 2014
Se ognuno è solo, ciò tuttavia non significa che una persona sola non possa intrattersi con altre persone sole.
Al contrario, il problema si fa greve quando le persone considerano se stesse come non sole, e per conseguenza pretendono assorbire e/o essere assorbite in forme spettacolari.
Qui, pressappoco accordandoci a Vaneigem, non vè peggior solitudine di quella che interiorizza la legge del clan; e, inoltre, come Daumal ebbe a dire circa la sua guerra santa, Seul, ayant dissous l'illusion de nêtre seul, seul, il nest plus seul à être seul.
Infine, perfino il santo come individuo separato (non tutti i santi lo sono, evidentemente) è certamente avvolto nello Spettacolo (anche quando quel santo è incidentalmente un mistico, allorché mantenga una determinata posa stilistica uno stile linguistico definito o tipizzabile, per esempio): uno deve essere separato anche da ciò che lo separa da sé: ancora, lo Spettacolo, eventualmente dantesi sotto la forma di una particolare idea di sé.
Il solitario è allora 0 = 2 (ovvero 0 = n, e non lUno o Zero come Uno).
Per Kirkeby, New shadows V, 1996
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