Kasparhauser
2012
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Zao Wou-Ki, Éloge des choses extrêmement légères, 1993
Il Giardino della mente
Questa è la luce della mente, fredda e planetaria./Gli alberi della mente sono neri. La luce è blu.
(Sylvia Plath)
Da una lettera a Magda Cervesato, inizio agosto:
«Lidea è uno spazio su kasparhauser di elaborazione / produzione / discussione sulla psicopatologia etc. etc. e il suo destino (morte, spero). Al momento è per me (per me, ribadisco) sotto il segno di Breton (vedi foto sopra, quando era un brillante interno di neuropsichiatria), della paranoia critica di Dalì, di Lacan agli inizi forse, con la sua meravigliosa (tradita) Aimée.
So che hai problemi con linglese: peccato, perché ho appena trovato il testo inglese di un saggio di simulazione della oligofrenia, s.d.s. della paralisi generale, s.d.s del delirio di riferimento, e così via (1930)... Comunque lidea è di uno spazio teorico-pratico su kasparhauser, assieme agli altri che già ci sono, diverso dal mio blog, diverso pure, perché più strutturato e collettivo dallinizio, di Bateson-Deleuze-Foucault etc. (che sono eccellenti gruppi di discussione, non strumenti di lavoro).»
Ora stiamo per cominciare. La mente è troppo importante perché si possa lontanamente pensare di lasciarla agli psichiatri la mente/corpo con il suo desir/desiderio, realizzazioni, angosce, visioni. La vecchia psicopatologia aveva splendori e molte miserie la nuova psichiatria ha psicofarmaci e molto senso comune (e a volte una dose di malvagità, più che di indifferenza). Ma, appunto, cè (già sempre) dellaltro. Intendiamo uscire dai sottoscala, dal dialogo solo interiore, dalla mancanza di capacità progettuale. Wir sind nicht allein (ET di Spielberg); non siamo soli.
(Giacomo Conserva, 1 settembre 2012)
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