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Kasparhauser ISSN 2282-1031

Pandemie
2020

Lorenzo Lasagna
Pandemia e lockdown: un nuovo modello di Salute?

Vorrei tentare una lettura dei cambiamenti, limitatamente (si fa per dire) al concetto di Salute - che sulle prime può apparire qualcosa di statico e di autoevidente, ma è invece un concetto stratificato e intriso di convenzioni linguistiche, etiche e culturali profonde: un vero e proprio paradigma. La mia domanda potrebbe essere la seguente: è possibile che il complesso di vissuti, di produzioni culturali, di pratiche e di provvedimenti agiti durante il cosiddetto lockdown, abbia espresso un paradigma di Salute diverso da quello che si è affermato in Europa dalla metà del XX Secolo ad oggi? E cessata l’emergenza, quel paradigma è destinato ad essere riassorbito, a ibridarsi col precedente o a soppiantarlo?



Andrea Ponso
Giuseppe Genna, Reality. Cosa è successo. Un tentativo di lettura “teologica”

Tra questi due limiti sembra inserirsi il sismografo di Genna, tra il collasso e la relazione, tra il freddo del rettile e il calore di una carne terminale in attesa di essere liberata dall’essere oggetto di mercato o di mera dissoluzione – una volta che si sono accartocciate su se stesse tutte le rappresentazioni, ogni tipo di Reality, compreso quello dello scrivente, che ne è consapevole e, in questo, si abbandona alla dispersione e a quella vertigine-virus in una speranza disperata che non abita un passato mitico o un futuro ipotetico e ipotecato, ma l’atto presente della scrittura come immersione in quello che è, in quello che continuamente diventa.



Marco Baldino
Pandemia: il tonfo dell’Italian Theory. Eccezione, dono e immunologia

L’articolo «L’invenzione di un’epidemia», di Giorgio Agamben, comparso il 26 febbraio 2020 sul sito della casa editrice Quodlibet, è un buon esempio di come sia possibile elaborare teorie filosofiche eleganti, che al lato pratico, quando cioè si tratta di metterle a frutto per interpretare fenomeni reali, si squagliano come neve al sole.La tesi di Agamben è csiccome solo il 10-15% dei contagiati sviluppa una polmonite letale, ciò dimostrerebbe la natura interessata delle politiche poste in atto dai governi e confermerebbe la sua teoria dello stato d’eccezione: l’epidemia non c’è, è un’invenzione il cui vero scopo è quello di fungere da pretesto per ampliare oltre ogni limite divieti, interdizioni, sospensioni, militarizzazione, ecc. ecc



Fabio Vergine
Aiôn: temporalità dell’evento-virus

L’evento-virus, con l’innegabile carico di dolore che esso reca con sé, è quell’esperienza impersonale, assoluta, universale che ci mostra direttamente il paradossale funzionamento della temporalità dell’evento in generale. E se è vero, come spesso si legge o si sente, che l’evento-virus ci ha colti impreparati è perché forse, in fondo, non poteva che essere così, perché l’evento non ha tempo proprio: il suo tempo non è mai l’eterno presente di Kronos, ma l’eterno passato-futuro di Aiôn. Così l’evento-virus ci restituisce all’organico anacronismo che struttura l’autentica appartenenza all’attualità del nostro tempo. E come ogni evento, non può che coglierci alla sprovvista.












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