Le pagine che seguono sono tra le migliori che si possano oggi leggere circa la possibilità, assai esile, che la filosofia possa risorgere così come l’abbiamo conosciuta fino a oggi, ripresentandosi come una sorta di pedagogia della civiltà e sistema di garanzie e di certezze di una condizione umana in cui le domande prevalgono di molto sulle risposte. Ciò che di esse piacerà al lettore è la consistenza con cui vengono presentati i
nomi e i
numi, le parole chiave, i luoghi comuni filosofici che ancora occupano la scena culturale italiana degli ultimi tre decenni, alla ricerca di ciò che in essi è rimasto e rimane in qualche modo nascosto. Così come egli troverà anche molto interessante l’idea per la quale il
clinamen “minoritario” e “letterario” assunto dalla filosofia tardo-novecentesca in genere non sarebbe in realtà che il piccolo stratagemma spesso sofistico per sopravvivere a se stessa. Il passaggio all’economia o alla tecnica di molta filosofia, la sua conversione progressiva a una idea di scambio e di cambiamento sempre e comunque centrata sulla parola ha sostanzialmente retto fino a oggi la filosofia ma ne ha, peraltro, sigillato e scatenato la crisi definitiva. Il rimescolamento potrà difficilmente venire da una semplice ripresa di quanto fin qui fatto. Il lavoro di Marco Baldino è essenziale per fissare proprio questo punto di non ritorno perché, come egli rivendica, la pulsione “totalitaria” variamente vestita della filosofia si è consumata ed è ormai necessario tutt’altro tessere.
Markus Lupertz, Griechisches Interieur (1985-86).