Kasparhauser
2012
Philosophical culture quarterly
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Esistenzialismo
A cura di Giacomo Conserva
Introduzione
di Giacomo Conserva
30 marzo 2014
Stiamo venendo fuori
dai ripostigli
sulle strade
stiamo venendo fuori.
Lou Reed, 1972
“Qui ed ora”.
Fritz Perls [1]
Questo numero di Kasparhauser è nato dallincrocio di diversi desideri (nel senso di Deleuze/Guattari: désir [2]). C’ero io, con un lavoro iniziato e condotto per anni su Sartre. E c’era Daniel Filoni: Le notti bianche di Dostoievsky. A monte, per me, un effetto quasi-abbagliante del libro di Bernard-Henry Lévy, [3] che ripropose il dossier Sartre da tanto tempo messo da parte; e, tramite lui, la lettura di Benny Lévy già leader ultramaoista con il nome di Pierre Victor, già segretario di Sartre negli ultimi anni di lui che leggeva Sartre con il Talmud e Lévinas (e viceversa). [4] Da questi incontri dei filamenti di discorso si sono allargati e intrecciati, persone si sono incontrate; i nomi di parecchi di loro figurano qui sotto, altri (Francesca Brencio, Enrico Giannetto, Valeria Turra) sono comunque immaterialmente presenti in questa rete (o rizoma, usando un termine desueto).
- In primo luogo questa è unopera non-conclusa: intendiamo tenere aperto sul sito di Kasparhauser uno spazio dedicato a altri interventi, commenti ecc..
- Segundo: non crediamo (penso di potere usare il “noi”) né alla museificazione né alla mortale garanzia dell'Accademia né alla violenza del politicamente corretto (del Man sagt, come scriveva Heidegger: si dice che...).
- Naturalmente, non crediamo neppure nell'arbitrarietà: un concetto, una interpretazione, una ipotesi dimostrano il loro interesse sulla base di quanto sanno suscitare (anche quanto di contrapposizione sanno suscitare).
- Da Dostoievsky e Kierkegaard (almeno) fino a Cronenberg: questo larco temporale.
- Il numero si è formato per accrezioni successive, a partire da un nucleo primario. Questo unito agli irrimandabili impegni di lavoro di diversi di noi spiega la quasi totale assenza di Heidegger; gli dedicheremo il numero di settembre, pensiamo con una analisi approfondita degli Schwarze Hefte, i Quaderni neri (Gesamtausgabe 94, 3 voll, Vittorio Klostermann, 2014) appena usciti fra tante e tanto violente discussioni.
- Quello che accomuna molti dei partecipanti a questo lavoro è un interesse non solo per la storia della filosofia ma per la storia della cultura (ciò stesso parte dello sforzo di creare mondi nuovi). Questo spiega per esempio la presenza di un testo come il mio «E Baader libero» (si veda la nota che vi figura in fondo), o «La nave» di Daniel Filoni.
- I grandi post-modernisti sono morti (Foucault, Derrida, Deleuze, Lacan, Guattari, Lyotard, Baudrillard ecc.). Inoltre, il mondo attorno a noi si è alterato oltre misura. Come una volta scrisse Baudrillard: “Poiché il mondo tende ad una situazione delirante, noi dobbiamo spingerci a un punto di vista di delirio”. [5] Nel delirio si veda il libro su arte e follia di Pietro Barbetta [6] vi è un profondissimo nucleo di verità, prima non detta e ora in qualche (distorto magari) modo manifestata. Non è che voglio (vogliamo) impazzire, ma provare a fare in modo un po' adeguato i conti con i generali caos e distruzione e mancanza di senso. (“Non basta distruggere il vecchio mondo: bisogna crearne uno nuovo” citazione per una volta lasciata anonima).
In questo senso, vorrei sottolineare infine il legame fra quest’ opus (?) e una serie di siti: “Kasparhauser”, “Libera Parola”, “Filosofia e Nuovi Sentieri”, “Critica Impura”, ecc.. Tanto tempo fa, un mio amico di Bologna parlava, nel suo gergo, di tribù videoelettroniche in trasformazione. Bene, noi cerchiamo di organizzarci; cerchiamo di connetterci; cerchiamo di trasformarci.
[1] P. Clarkson, J. Mackewn, Fritz Perls, Sage Publications, 1993.
[2] G. Deleuze, F. Guattari, Capitalisme et Schizophrenie, Tome 2, «Mille plateaux», Editions de Minuit, 1980.
[3] B.-H. Lévy , Le siècle de Sartre, Grasset, 2000.
[4] Benny Lévy, Le Nom de l’homme: Dialogue avec Sartre, Verdier, 1990.
[5] J. Baudrillard, La transparence du mal, qui trad. mia, Galilée, 1990, p. 8.
[6] P. Barbetta, Follia e creazione. Il caso clinico come esperienza letteraria, Mimesis, 2013.
Caprica City
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